Meditare sul suono delle campane “tibetane” è un’esperienza unica che permette di lavorare sul ruolo dell’accettazione e del lasciar andare, per cogliere al meglio l’impermanenza di pensieri, emozioni e sensazioni.
Ci si sdraia a terra sul proprio tappetino mentre l’istruttrice suona le campane e ci si abbandona completamente alle vibrazioni sonore per un’ora. Alla fine della pratica si tiene anche un momento di condivisione per raccontare come è andata e cosa è avvenuto durante l’esperienza.
Il suono delle campane sembra quasi magico, ha la capacità di rilassare e di sciogliere le tensioni. La mente entra in meditazione con maggiore facilità.
La consapevolezza diviene uno stato naturale dell’essere.
Perché la parola “tibetane” è tra virgolette? Perché non si conosce l’origine di queste ciotole, ne ho parlato molto anche nel mio saggio “Il pensiero tibetano“, eppure, in Occidente, hanno preso il nome di campane “tibetane”, perché c’è chi dice che arrivino proprio da quel Paese misterioso e affascinante che è il Tibet. Sicuramente, però, l’uso che se ne fa oggi per massaggi e meditazioni ha origini occidentali.
Due possibilità:
Bagno di suoni in gruppo (con le campane disposte intorno al corpo)
1 ora
Minimo 5 partecipanti
40 euro
Massaggio sonoro (con le campane appoggiate sul corpo)
1 ora
80 euro
In sede
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