Meditazione: non giudicare, imparare a discernere

Non giudicare, imparare a discernere

Meditazione: non giudicare, imparare a discernere

Non giudicare, imparare a discernere, non è facile.

 

Uno dei sette pilastri della mindfulness è il “non giudizio”, anzi, è proprio il primo dei sette pilastri, gli altri sono: pazienza, mente del principiante, fiducia, non cercare risultati, accettazione, lasciar andare.

 

“Non giudicare” vuol dire prima di tutto evitare di etichettare, di pensare se qualcosa ci piace, non ci piace, ci è indifferente, se è giusta o sbagliata, buona, cattiva.

 

Giudichiamo noi stessi, gli altri. Etichettiamo perché farlo tranquillizza la mente, evita l’irrequietezza che deriva dal dubbio.

 

Inseriamo qualcuno o qualcosa dentro a una categoria e non ci pensiamo più.

 

APRIRCI AL MONDO

 

La mente è felice di farlo, e a volte è anche utile, ma in realtà in questo modo rischiamo di basarci solo su una prima impressione, di non approfondire e di giudicare senza prima aver capito con chi o cosa abbiamo a che fare.

 

Così rischiamo di perdere delle opportunità. Innalzare muri può diventare limitante.

 

E se invece provassimo ad aprirci al mondo e all’altro evitando di rinchiuderli in qualche giudizio?

 

Questo non vuol dire smettere di avere un’opinione, è giusto farsela, e proprio qui sta la differenza tra giudizio e discernimento.

 

MEDITAZIONE: NON GIUDICARE, IMPARARE A DISCERNERE

 

Discernere è “la facoltà di formulare un giudizio o di scegliere un determinato comportamento, in conformità con le esigenze della situazione”.

 

Invece di giudicare subito, proviamo ad aprirci alla presenza mentale, all’osservazione, evitando di etichettare immediatamente.

 

Proviamo a essere presenti senza dar retta alla mente che con i suoi pensieri tende subito a cercare riparo nelle classificazioni.

 

Non cerchiamo definizioni, rimaniamo concentrati nel momento presente. Valutiamo la situazione, ascoltiamo l’altro senza seguire il flusso dei pensieri che sono solo pensieri e non fatti, e così i giudizi.

 

Solo dopo aver valutato con pazienza, con attenzione, prendendoci tutto il tempo necessario potremo formulare un giudizio, che a quel punto sarà la nostra opinione, la nostra ponderata valutazione.

 

SCEGLIERE CON CALMA

 

Le scelte frettolose non portano mai nulla di buono, a meno che non ci troviamo in una situazione di pericolo, momento in cui bisogna valutare in fretta e agire senza pensarci su molto!

 

Discernere vuol dire proprio cogliere anche queste sottigliezze, capire la differenza che c’è tra comprendere, vedere, distinguere, e il semplice e immediato giudicare, che spesso è un automatismo.

 

La mindfulness ci insegna a essere imparziali, equanimi, a rispondere anziché reagire, a valutare bene una situazione prima di intervenire.

 

Ci insegna a essere assertivi, anziché cedere a reazioni automatiche che spesso rischiano di sfociare in aggressività. Ma non vuol dire diventare passivi, subire, non farsi valere e rispettare.

 

Continueremo a giudicare, è normale farlo, ma d’ora in avanti proviamo a notare quando lo facciamo, in che modo arriva il giudizio, di cosa si tratta. Non alimentiamolo, non aggrappiamoci.

 

Proviamo a osservare, riconoscerlo e a lasciar andare.

 

Se successivamente noteremo, grazie al discernimento, che quel giudizio è davvero quello che pensiamo e sentiamo, allora va bene così, è la nostra esperienza, e potremo anche esprimerlo in modo appropriato e assertivo se stiamo comunicando con qualcuno.

 

Con la calma, il discernimento, l’assertività, potremo far valere ancora di più le nostre ragioni, ma con saggezza.

 

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