La recensione de Il pensiero tibetano su Il Giornale OFF

 

«La mente è davvero come una scimmia incapace di stare ferma, ma non è colpa sua […]. Siamo prevalentemente schiavi delle nostre afflizioni mentali e viviamo ruminando su pensieri che spesso si ripetono, in un ciclo continuo che non fa altro che portare altra sofferenza. Per controllare e gestire la nostra mente abbiamo bisogno della consapevolezza. Della nostra corda. Della mindfulness».

 

Così Dejanira Bada nel mezzo del cammin di nostra vita, cioè più o meno a metà strada di quel viaggio che ci invita a intraprendere insieme a lei nel suo Il pensiero tibetano. Comprendere la via buddhista alla pace della mente (Giunti, 2021, 293 pagine), un libro di formazione in senso lato che ci indica la via da seguire per imparare a vivere senza farci coinvolgere troppo da quei pensieri che ci fanno mugugnare, anche e soprattutto quando avremmo tutte le ragioni di questo mondo per farlo.

 

Prendere le cose con levità non significa essere superficiali, anzi: è proprio l’ultimo passo, o “stadio” come viene chiamato ogni capitolo del libro, per arrivare a un certo livello di consapevolezza. Livello che coincide con un nuovo nostro punto di vista sul mondo, senza farsi suore o monaci tibetani. Come scrive Dejanira Bada, «La mindfulness di cui sentiamo parlare da anni in Occidente è un’attitudine che si impara a coltivare attraverso pratiche meditative che hanno preso ispirazione dallo Zen, dallo yoga, dalla Vipaśyanā (un’antica tecnica di meditazione dell’India, n.d.r.) ed è stata volutamente privata della componente spirituale per permettere a chiunque di avvicinarvisi».

 

Questo libro, che in appendice presenta un’intervista triplice a una monaca buddhista, a una psicologa e a un neurologo (e un utile glossario alla fine), prende le mosse dall’esperienza dell’autrice, che in un certo senso fisicamente ci accompagna nei suoi viaggi (veri) in India, Nepal e Tibet e idealmente, ma quasi prendendoci per mano, nel nostro viaggio «a piccoli passi sul tetto del mondo», alla rincorsa…dell’elefante, ovvero la mente. Con quella corda con cui controllarlo. Scito te ipsum, “conosci te stesso”, diceva Abelardo: con ogni probabilità equivalente a “conosci i tuoi ostacoli, accettali e lasciali andare”.

 

Il pensiero tibetano. Comprendere la via buddhista alla pace della mente di Dejanira Bada, giornalista scrittrice e istruttrice di mindfulness, è un libro che mai come in questo periodo storico, afflitto dall’ansia generalizzata, andrebbe

 

Di Emanuele Beluffi. Recensione tratta da Il Giornale OFF

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