Insonnia, per affrontarla anche la Mindfulness

 

Insonnia, per affrontarla anche la Mindfulness

Dormiamo troppo poco. Lavoriamo troppo. Vogliamo vivere sempre oltre i nostri limiti. Dopo la pandemia, però, molte persone sembrano aver capito che non esiste solo il lavoro e hanno dato via al fenomeno delle Grandi Dimissioni: milioni di persone si sono licenziate, hanno capito che il tempo a disposizione è troppo poco. Bisogna tornare a lavorare il giusto, sette, otto ore al giorno, come ha detto ultimamente anche l’imprenditore Brunello Cuccinelli.

 

Ma per vivere bene non basta lavorare meno e meglio e magari occuparsi di cose che ci piacciono, bisogna anche cominciare a dormire il giusto, cominciare a vedere il sonno non come una perdita di tempo ma come un’esperienza magnifica e gratificante, di fondamentale importanza, non come qualcosa che toglie tempo alla vita. Ci depriviamo del sonno con troppa facilità, quando invece dovremmo arrivare a rimetterlo al primo posto per un autentico benessere fisico e mentale. Non ha molto senso andare in palestra, correre, mangiare sano, meditare, praticare yoga e via dicendo, e poi dormire male o non abbastanza. E dipende dalla genetica se si hanno bisogno di quattro o cinque ore oppure di otto o nove ore per sentirsi riposati.

Insonnia, per affrontarla anche la Mindfulness

Questo nostro stile di vita ha portato 790 milioni di persone in tutto il mondo a soffrire d’insonnia, definita come “un’insoddisfazione continua di almeno tre mesi, per almeno tre notti a settimana”. In Italia, secondo l’Associazione Italiana per la Medicina del Sonno, un adulto su quattro soffre d’insonnia cronica o transitoria. E l’insonnia può assumere varie forme: difficoltà ad addormentarsi; problemi a mantenere il sonno; risveglio precoce; una combinazione di questi fattori. Non dormire comporta svariati e gravi disturbi che si manifestano durante il giorno: affaticamento, ridotta energia, alterazione dell’umore, difficoltà cognitive, maggior rischio di incidenti, di catastrofi, di cadute e infortuni, problemi cardiovascolari, ipertensione, diabete.

 

Le donne soffrono più d’insonnia rispetto agli uomini, e più si avanza con l’età, più è facile riscontrare problemi. Alcuni studi ritengono che la principale causa dell’insonnia sia legata all’iperattivazione del sistema di segnalazione della veglia nel cervello, nota come reazione “attacco-fuga”, che impedisce al cervello di “spegnersi” in modo naturale. Quando ci si mette a dormire, inizia una sorta di “gara” tra i centri della veglia e quelli del sonno; l’insonnia impedisce la vittoria ai centri che stimolano l’addormentamento.

 

Le cause dell’insonnia? Alcuni tipi di farmaci, eventi tragici, stress lavorativo o economico, ansia, depressione, lavoro a turni, troppa luce, troppo rumore, preoccupazioni, ruminazione mentale, alti livelli di cortisolo (ormone dello stress). Le soluzioni? Terapia cognitivo-comportamentale, la Mindfulness, somministrazione di sonniferi e melatonina solo per brevi cicli, tecniche di “igiene del sonno”, ovvero una serie di regole e comportamenti da seguire per far diventare il sonno di qualità.

 

Per esempio, come suggeriscono anche alcuni esperti del sonno, è bene evitare di fare attività fisica la sera e non usare il cellulare dopo le ventuno. Questo può aiutare ad addormentarsi con maggiore facilità. Il nostro corpo e la nostra mente hanno bisogno di capire molte ore prima quando è ora di prepararsi a riposare. Bisogna staccarsi dai monitor, Tv, tablet, non portare mai il cellulare a letto, spegnerlo, disattivare le notifiche, la suoneria, usare la modalità Nigh Shift, che riduce la luminosità e permette di non affaticare gli occhi. Quando sta per giungere il tramonto, i fotorecettori oculari comunicano alla ghiandola pineale di rilasciare melatonina. La luce è uno dei principali nemici del sonno.

 

Facciamo tornare il riposo una priorità.

 

 

Articolo tratto dalla rubrica “Interna-Mente” di Dejanira Bada per Il Giornale OFF

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